Malattia psicosomatica
Interpretare il linguaggio del corpo
Parlare di malattie psicosomatiche a decenni dalle teorie di pionieri come Alexander e Groddeck può far sorridere. In effetti più che trattare di affezioni a substrato psichico, sarebbe interessante soffermarsi sulla fisionomia del primo grande paziente patofobico: la Medicina.
I processi funzionali, ancorché ritenuti anomali, non sono significativi in sé. Il télos dell’evento è mera funzione della chiave interpretativa, che a sua volta ne rivela il nucleo sostanziale. Per dirla con Goethe: solo quando il mondo visibile delle forme diviene allegoria, acquista valore e significato per l’uomo. Nella forma si esprime il contenuto e così le forme si fanno significanti.
Validi ausili in questo viaggio attraverso l’Anima sono il pensiero figurativo, lo sfondo fantastico, l’orecchio capace d’udire i sottintesi della lingua. Ciò che accade a livello somatico non è che il corrispondente riflesso immaginale. Se l’idea convenzionale di salute equivale al funzionamento armonico dell’organismo, allora tutto ciò che diverge non può che essere malattia.
La dis-armonia si esprime però a livello di coscienza, mutuata in sintomo al solo scopo di essere percepita e decodificata.
Disturbi psicosomatici
Il sintomo rappresenta l’input che cattura interesse ed energia, richiede attenzione e dedizione, costringe all’onestà. Purtroppo l’errata abitudine di coniugare disturbo e malattia non fa che ribadire l’incapacità di separare la forma dal contenuto, impedendo di focalizzare lo sguardo più in profondità. Quale miglior soluzione per esorcizzare l’angoscia del sintomo, come correlato del mal-essere non controllabile dalla buona medicina, se non elaborare una nuova teoria benedetta dalla phisis… le malattie psicosomatiche. Mai la psichiatria è stata tanto fantasiosa come in questo caso, coniando termini sfumati almeno quanto la patologia che si sforza di comprendere.
Eppure basta riferirsi alla semantica popolare per cogliere la sinergia fra sintomatologia e disagio interiore: arrossire di vergogna, avere la pelle d’oca, essere lividi per la rabbia, morire di paura. Il linguaggio del corpo stempera l’emozionale, con una ricchezza di sfumature da far invidia alla tavolozza dei pittori surrealisti.
I suggerimenti delle malattie psicosomatiche sfidano non come un nemico giurato, ma come un amico sincero cui non si può negare credito. Con la loro indisponente presenza insegnano a capire quel che occorre integrare, come ampliare il livello di consapevolezza; qui sta la differenza fra lotta alla malattia e sua trasmutazione. Solo metamorfosandone i contenuti si coglie l’essenza del messaggio. Quanto più consciamente si valuta il percorso, tanto meglio si giunge alla meta. Anche le malattie psicosomatiche hanno quest’unico fine: farci guarire!
Per questa ragione insegno al paziente psicosomatico come ri-creare lo sfondo per la rappresentazione che si accinge a mettere in scena, riscrivendone la sceneggiatura ed affinando il gusto estetico per la scelta di luci e costumi. Solo così lo spettacolo può iniziare.
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