Immunoterapia
Verso nuove frontiere
Tutte le neoplasie, siano esse solide (carcinomi e sarcomi) o ematologiche (leucemie e linfomi), esordiscono mercè mutazione genetica di un clone cellulare, cui consegue la perdita nella regolazione proliferativa tissutale.
In genere le unità leucocitarie immunocompetenti sono in grado di riconoscere cellule tumorali, elimininandole già in fase iniziale.
Ergo, l’insorgenza di una discariocinesi presuppone l’incapacità del S.I. nell’identificare il clone anomalo, favorendone sviluppo e diffusione, tanto maggiore quanto più istologicamente immaturo.
Nell’evoluzione del processo oncologico il S.I. va incontro ad un progressivo deficit, imputabile ai seguenti fattori:
- Infiltrazione neoplastica osteo-midollare, come nel caso di leucemie e linfomi
- Intossicazione jatrogena da trattamenti chemio-radioterapici
- Indebolimento fisico, fino alla cachessia.
L’immunoterapia omeopatica a microdosi trova riscontro quale presidio immunomodulante, specie finalizzato a:
- Potenziare l’attività leucocitaria nell’opera di eliminazione delle oncocellule
- Contenere la tossicità chemio-attinica, correlata all’inibizione proliferativa delle cellule emopoietiche
Questi farmaci, frutto della ricerca degli eminenti studiosi Dr. M. Jehner e Dr. B. Marichal, constano di acidi nucleici (DNA, RNA) diluiti e dinamizzati in potenze crescenti da 6K a 200K, oltre a citochine (TNF-alfa, IFN-gamma, IL-2), fattori di crescita (EGF), anticorpi monoclonali contro antigeni HLA (PHLA-DR, PHLA-DQ, PHLA-B), polipeptide anti- atipia (PAA), dimetil-sulfossido (DMSO).
Data la loro formulazione a dosi infinitesimali non danno luogo ad effetti collaterali anche per trattamenti prolungati (da 6 mesi a 5 anni).
Principali campi d’applicazione, coronati da esiti incoraggianti, si sono rivelati:
- Neoplasie evolutive o non operabili
- Neoplasie stabilizzate a seguito di intervento chirurgico o chemio-radioterapia
- Neoplasie recidivanti o metastatiche.
Siamo dunque in presenza di preparati fortemente coadiuvanti l’approccio oncologico convenzionale e fors’anche talvolta sostitutivi, almeno in tutti i casi d’impossibilità a somministrare protocolli farmacologici non tollerabili.
Ancora una volta il ricorso alla Medicina Integrata implementa le risorse terapeutiche, grazie alla sinergia operativa.
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